Dall'alchimia medievale alla fisica nucleare moderna, la ricerca sulla prima materia, l'elemento primordiale dell'esistenza, ha impegnato scienziati, filosofi, artisti. Caroline Bourgeois e Michael Govan hanno esplorato questo tema per
Francois Pinault Foundation, in mostra a Punta della Dogana a Venezia, fino al prossimo 15 febbraio 2015. Non amo prepararmi troppo quando vado a vedere una mostra d'arte, soprattutto se d'arte moderna o contemporanea. Ho fatto lo stesso per questa mostra, leggendo del tema generale, quello della Prima materia, ma senza entrare nei dettagli o negli approfondimenti. Ho affrontato contro corrente anche il percorso museale, vagando liberamente tra gli splendidi spazi espositivi riprogettati da Tadao Ando. La riflessione sull'elemento costitutivo la materia primordiale non è così intuitiva, ma l'allestimento e le opere mi hanno accompagnato senza dubbio in una riflessione sull'esistenza. Opere piuttosto semplici, dai dettagli interessanti, dal carattere fortemente concettuale, sapientemente messe in relazione tra loro e con l'ambiente circostante, a formare un atmosfera di ricerca spirituale. Alcune opere più potenti di altre, come la parata di Cristo crocefissi di Adel Abdessemed, altre fortemente allegoriche come il gomitolo di corde immerso in panneggi dorati di James Lee Byars.
Ma il dialogo più interessante è quello tra le opere a chiusura del percorso espositivo, una selezione di opere
Arte povera e
Mono-ha,
disposte al primo piano di Punta della dogana, dove svetta il cubo di
grandi profili in acciaio di Alighiero Boetti. Questo dialogo tra opere
d'arte d'oriente e occidente sono in un perfetto segno di continuità con
l'architettura orientale e occidentale, la modernità e la storia, che
si incontrano nel restauro di Punta della Dogana, lasciando un segno
altamente distintivo.
Immagini: il mio reportage fotografico della mostra
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